a cura di Carlo Montanaro

Duchamp al cinema

  1. VENETIAN EPISODE, 1957 – da 8 X 8 Hans Richter 9′
  2. ENTR’ACTE, 1924 – René Clair 22′ 44”
  3. ANEMIC CINEMA, 1926 – Marcel Duchamp / Man Ray 6’40”
  4. WITCH’S CRADLE, 1943 – Maya Deren 12′
  5. DREAM THAT MONEY CAN BUY, 1946 – Hans Richter 3’20”
  6. DADASCOPE, 1961 – Hans Richter 4′ 30”
  7. SCREEN TEST: MARCEL DUCHAMP, 1966/93 – Andy Wahrol 3′

1 ora ca

Durante il primo soggiorno in America, nel 1918, Marcel Duchamp trova (o cerca?) il tempo per esplorare il lavoro del cinema, partecipando come comparsa (un soldato ferito “assistito da una splendida infermiera”) ad un film del regista francese Lèonce Perret, Lafayette, We Come. Nello stesso periodo, conosciuto Man Ray e diventatone rapidamente amico e sodale, prova con lui a realizzare un filmato in rilievo con una doppia macchina da presa ma la pellicola andrà distrutta durante lo sviluppo.

L‘ illusione della terza dimensione risulta costante nella ricerca duchampiana. Con l’aggiunta, poi, del movimento introdotto per potenziarla. Inizialmente, ancora, con risultati negativi. Rientrato in Francia seguito a breve da Man Ray, eccoli giocare a scacchi per René Clair in quell’intervallo del balletto Relache progettato da Francois Picabia e musicato da Eric Satie che rimane una delle opere più straordinarie dell’avanguardia cinematografica che dal dadaismo stava trasformandosi in surrealismo (Entr’acte, 1924).

René Clair - Entr’acte, 1924 - Marcel Duchamp, Man Ray
René Clair – Entr’acte, 1924 – Marcel Duchamp, Man Ray

Pensando già ad un gioco più genialmente gratuito realizzano poi Anémic Cinèma -un titolo che è un anagramma- con una cinepresa che riprendeva dieci Rotorelief sensualmente spiraloidi contrappuntati a nove calembours composti anche questi a spirale in rima “eufonica” fatti ruotare da un giradischi e firmando Rose Sélavy (1926).

Passano gli anni ed è ancora in America che Duchamp partecipa in prima persona all”opera prima (Witch’s Cradle, 1943) rimasta incompiuta di una delle maggiori sperimentatrici di cinema, Maya Deren. Che utilizza per le riprese la Galleria (Art of This Century) gestita da Peggy Guggheineim e chiede a Marcel di manipolare alcuni tratti delle sedici miglia di corda di una installazione surrealista. Poi tocca ad Hans Richter coinvolgere Duchamp in due dei suoi film che rievocano, finalmente a colori, la sperimentazione storica del cinema allargandola ai giovani: per Dream that money can buy, 1946, i Rotorelief seguono i tempi musicali di John Cage; mentre in una sorta di rievocazione del movimento (Dadascope, 1961) azioni banalmente consuete permettono alla voce di Duchamp di declamare qualche suo non-sense.

Hans Richter - Dream that money can buy, 1946
Hans Richter – Dream that money can buy, 1946

Nel 1966 Andy Warhol gli dedica, durante un party, una sorta di provino, Screen test, uno dei 500 che realizzerà senza alcuna manipolazione cinematografica.Insomma Duchamp al cinema, si presenta come casuale, come la gran parte della sua vita…

Andy Warhol - Screen Test: Marcel Duchamp, 1966
Andy Warhol – Screen Test: Marcel Duchamp, 1966

Il programma si apre con il Venetian episode, un corto ancora di Hans Richter, girato a Ca’ Corner dei Leoni, casa di Peggy, il museo dove avrà luogo dal 14 ottobre 2023 al 18 marzo 2024, la Mostra Marcel Duchamp e la seduzione della copia.

Hans Richter - Venetian Episode, 1957
Hans Richter – Venetian Episode, 1957
ingresso libero su prenotazione
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